Può esistere qualcosa che sia vicino al meccanismo perfetto? Secondo me sì e in questo lavoro di Paolo Fresu e dei suoi amici/musicisti/compagni di viaggio ne abbiamo davvero un buon esempio. Non si tratta solo di ottimo jazz; di intensa musica improvvisata, ma di una macchina musicale che gira senza sbavature. Nel linguaggio del jazz si chiama interplay, cioè la capacità dei musicisti impegnati nel capirsi e rispettarsi tra loro, sottolineando l'assolo di uno e intervenendo sapientemente per seguire l'altro. Oppure dilatando il supporto da semplice "fornitura di ritmo" a dialogo tra e sugli accordi, come quello proposto dal duo Attilio Zanchi (contrabbasso) e Ettore Fioravanti (batteria). Il Quintetto è la prova vivente dell'affiatamento tra persone seppur diverse. Vale la pena di ricordare questi straordinari musicisti. Oltre a Paolo Fresu alla tromba e flicorno troviamo Roberto Cipelli al pianoforte e poi Tino Tracanna ai sassofoni, Attilio Zanchi al contrabbasso e Ettore Fioravanti alla batteria.
Nel disco troviamo molti brani scritti dai singoli musicisti e qualche standard, tra i quali citerei una bellissima "You and the night and the music". Alla fine un viaggio nella musica, nella lieve poesia che vi si ascolta, che rende questo CD uno dei migliori lavori in assoluto, tralasciando i confini del jazz nazionale.
Nel disco troviamo molti brani scritti dai singoli musicisti e qualche standard, tra i quali citerei una bellissima "You and the night and the music". Alla fine un viaggio nella musica, nella lieve poesia che vi si ascolta, che rende questo CD uno dei migliori lavori in assoluto, tralasciando i confini del jazz nazionale.
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