i miei disegni, l'amore per il Jazz la mia passione per le auto storiche da competizione
23 dic 2013
6 dic 2013
4 dic 2013
Mille Miglia 1956
Curiosando tra le vecchie foto di mio padre Mario Milanesi trovo questa... nemmeno il tempo di scendere di macchina per il controllo a timbro di Roma...
Numeri
3 dic 2013
8 nov 2013
Quello che penso di un bel disco!
Raffaello
“Lello” Pareti/The Roar at The Door
Anno
/Etichetta: 2011/Arte Suono
Raffaello Pareti, contrabbasso
Francesco Bearzatti, sax tenore
Mauro Ottolini, trombone
Walter Paoli, batteria
Ti
avvicini a questo lavoro di Lello Pareti e scopri all’improvviso un
mondo fatto di energia, colori sgargianti buttati direttamente sulla
tela delle emozioni, suoni perfetti anche quando l’improvvisazione
dilaga in sentieri dalla sconosciuta destinazione. Gli esperimenti
sonori del duo Bearzatti (Top Jazz 2011) Ottolini (Top Jazz 2012)
spaziano dall’ironico, al lirico con impressionante facilità e
ricchezza di idee.
La
ritmica segue, rafforza, sottolinea con precisione i balzi ora
divertenti ora più meditati dei due solisti. Che si tratti dei
sorprendenti percorsi sonori pieni di energia di Francesco Bearzatti
o degli squarci che parlano dell’ amore sfegatato per il jazz
tradizionale, unito all’ironia e al gusto dell’ irriverente
sberleffo di Mauro Ottolini, i due, impegnati a raccontare le loro
storie, trovano, puntuale, il ritmo incalzante e preciso di Walter
Paoli e il solido supporto del contrabbasso di Lello Pareti, che è
anche il colpevole di tutto ciò, essendo l’autore di tutti i brani
che compongono il mosaico di questo bellissimo disco.
Imbattersi
in tanta energia e varietà di suggestioni porta a pensare che la
situazione ideale per apprezzare questi suoni sia l’ascolto dal
vivo, il concerto insomma. Ma anche il lavoro in studio restituisce
in maniera efficace il tumulto di suoni ed emozioni che pervade
ognuno dei nove brani.
Pensiero
finale … è possibile ascoltare questo disco in concomitanza con
stati gioiosi dell’anima oppure in attesa che questi ultimi si
manifestino. Un modo intelligente e per niente superficiale per
sorridersi, per entrare in sintonia con ciò che ci sta intorno.
23 set 2013
Settembre
Qui si annida la calma in luoghi fatti di scaglie di profumo di pino marittimo e salmastro dove il mare si riprende i suoi argentei riflessi e antichi discorsi viaggiano liberi tra i rami fitti al calar del sole
Ci sono!!....ecco la mia ultima recensione apparsa sul sito web di Radiogas.it
Stefano
Bagnoli We Kids Trio/Un altro viaggio
Genere:
Jazz
Provenienza:
Italia
Anno
/Etichetta: 2012/Ultra Sound Records
Voto
****
Stefano Bagnoli, batteria/ Francesco Patti, sax alto/ Giuseppe Cucchiara, contrabbasso
Considerato
uno dei migliori batteristi del momento, stupefacente produttore di
ritmo e di serrato dialogo del quartetto di Paolo Fresu, Stefano
Bagnoli si concede oggi un viaggio alla scoperta di nuovi talenti. Li
trova in Sicilia, terra dove Stefano suona spesso essendo coinvolto
in vari progetti creativi, tra cui l'insegnamento, difficile arte di
trasferire agli altri il proprio sentire, le proprie conoscenze. In
questo flusso di idee, di suoni, di ritmi, due giovanissimi musicisti
riescono a tessere trame intelligenti in una formazione poco usuale,
mancando infatti del supporto del pianoforte.
Poco
importa. Il preciso e inappuntabile supporto di Stefano è
provocazione continua alle escursioni di Francesco Patti, già dotato
di fraseggio compiuto e di un bel timbro. Al contrabbassista Giuseppe
Cucchiara il difficile compito di fornire le indicazioni ritmiche, di
sottolinearle senza mai eccedere. Di rendersi partecipe al racconto
del solista. Un disco che contiene due brani originali di Stefano
Bagnoli (Gothic Prelude e We kids) accanto ad una serie di standard,
che, ad un primo approccio, potrebbero far pensare al solito,
ennesimo, disco di canzoni più io meno conosciute e più o meno
“scolasticamente” interpretate. E invece le ben riconoscibili
melodie scorrono con fine equilibrio e delicatezza, come nella bella
ma non molto utilizzata Nancy di Jimmy Van Heusen.
Se
ora sono ragazzi, poi cresceranno e il loro bagaglio di esperienza,
di studio e spirito di osservazione non potrà che affinare stile e
idee. Stefano intanto prosegue il suo racconto fatto di alto senso
dello swing, raffinata ironia, esplorazione attenta dell'universo del
ritmo e di tutto ciò che lo possa generare. Il tutto con una
attitudine da pianista, come egli stesso ha affermato in una breve
intervista fatta proprio per Radiogas. Meditate!
Marco
Milanesi
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